Politica: Una Torre di Babele. Meloni in grande difficoltà. Ma l’inconsistenza della Sinistra italiana gli permette praticamente di far di tutto…

«La torre di Babele»
45 anni dopo: torna una canzone di Edoardo Bennato, specchio di un’Italia inquieta, un lavoro iconico del cantautore…

La situazione dei nostri conti pubblici è drammatica in un quadro economico dell’Italia che va ulteriormente peggiorando. La Meloni può rompere con l’Europa, tornando all’estrema destra nel tentativo di respingere “l’assalto alla baionetta” lanciatole da Salvini. Innoltre, il nuovo decreto sull’immigrazione (il quinto in nove mesi) come tutti quelli precedenti ha un profilo costituzionale alquanto dubbio e una possibilità di realizzare i dettati contenuti alquanto improbabile… è praticamente irrealizzabile. Ma l’opposizione rischia di fare solo polemica su tutto, restano enormi le difficoltà nel costruire una reale alternativa a questo pur ‘disastroso’ governo… Difficile, addirittura, tenere in piedi un unico ragionamento, sui principali argomenti all’ordine del giorno… per poter avere una incisiva azione di reale contrasto per fermare gli eccessi di questa destra che guarda sempre più a destra in economia, sui diritti e sull’immigrazione. Con questa destra a Palazzo Chigi al Paese servirebbe un’opposizione dura e coraggiosa, che serva a costruire un’alternativa chiara. Siamo ormai già in campagna elettorale. Potrei limitarmi a sostenere che ciò sia dovuto alla trasformazione radicale dei partiti. Che sono diventate organizzazioni incapaci di fare ciò che dovrebbero – cioè governare – abili esclusivamente a promettere cose, come avviene appunto in campagna elettorale. La campagna elettorale è diventata permanente proprio per coprire le mancanze strutturali dei partiti, non – come siamo soliti credere – il contrario. Si potrebbe in fondo sintetizzare così dopo il primo anno di governo, la Premier Meloni: ha capito che l’unico modo per sopravvivere è prolungare senza più sosta la campagna elettorale. Del resto, non v’è dubbio che questo stato di cose serva anche a rafforzare il mutamento antropologico dei politici trasformati in donne e uomini di spettacolo. La freddezza tra Schlein e Conte mentre omaggiano i magistrati, gli operai della Magneti Marelli che non parlano con Calenda, la lista che raccoglie i putiniani televisivi, il nuovo direttore riformista del Mulino e il caos nell’ex Terzo Polo: il quadro che ne viene fuori è sconfortante. Le istantanee della sinistra italiana, se le mettiamo insieme ne viene fuori altro che l’arcipelago franceschiniano: Babele al confronto è Oxford. La prima istantanea di queste ore è doppiamente significativa: alla riunione di Area, la corrente di sinistra dei magistrati, l’obiettivo ha immortalato Elly Schlein e Giuseppe Conte ben distanziati, immagine emblematica del grande freddo che è sceso tra i rispettivi partiti. Ci torno tra un attimo. Sul tema giustizia-politica la confusione è generale, a partire dall’enigma di un ministro culturalmente garantista come Carlo Nordio che dopo un anno sembra essersi inabissato tra le alte onde antilluministe di Matteo Salvini e i vari Fratelli d’Italia con la bava alla bocca, si parli di immigrazione o di criminalità. E come Conte anche il Pd va da Area, hai visto mai che, come a bei tempi, la magistratura possa dare una mano? Tornando alla freddezza tra Schlein e Conte, mi sembra utile ricordare due cose che ormai sono chiarissime: più si insegue l’avvocato ex del popolo e più questi fa spallucce, rendendo dunque l’operazione-corteggiamento una pura perdita di tempo, oltre che di faccia; secondo, la recente conferma venuta da Conte della sua ostilità alla causa ucraina dietro la scusa del rifiuto “morale” di inviare armi a sostegno di Kyjiv – o dovrebbe escluderlo – dal novero degli alleati strutturali del Pd. Se la difesa della libertà dei popoli è un discrimine, Conte si mette out. Altra istantanea di tre giorni fa, la scena davanti ai cancelli della Magneti Marelli a Crevalcore, dove gli operai si sono rifiutati di parlare con Carlo Calenda. Non è stata una bella cosa per il leader di Azione che, al di là del merito delle sue opinioni, ha probabilmente pagato il suo abituale atteggiamento, diciamo così, troppo sopra le righe nei confronti della Cgil. Calenda è un leader politico che dice come la pensa esattamente come la pensa, senza troppe mediazioni intellettuali o di forma, ma appunto essendo un uomo politico sarebbe buono per lui se trovasse il modo di far capire che la sua critica non è un insulto: ma se la gente la prende così non è colpa della gente, è colpa sua. Detto questo, viene in mente un vecchio adagio dei vecchi comunisti tra i più sbagliati che recitava «meglio aver torto con la classe operaia che avere ragione contro di essa». E no. Calenda ha posto in maniera ruvida un problema vero, e cioè quello dell’assenza di iniziativa da parte di tutti, sindacati e partiti, sullo stato di sostanziale declino della parte italiana di Stellantis: ha posto, paradossalmente, una questione “da sinistra”. Ha toccato un nervo scoperto. Ora, se la risposta degli operai è voltare le spalle, non ci siamo proprio. Si calmino tutti e si discuta nel merito, tenuto conto che da anni la politica e la sinistra si occupano troppo poco della questione industriale e quando lo fanno o non sono capiti o dicono cose abbastanza scontate… Terza istantanea: la riunione romana nella quale Michele Santoro ha lanciato per l’ennesima volta l’idea di una lista alle europee, una lista, beninteso, “pacifista”. Inutile negare che l’impresa ha ben poche possibilità di riuscita, già l’anno scorso voleva fare “il partito che non c’è” e infatti non ci fu nessun suo partito. Per il momento stanno aderendo i putiniani televisivi e non che in realtà stanno passando di moda: Marc Innaro, Donatella Di Cesare, Vauro, Luigi de Magistris, Ginevra Bompiani, per dirne alcuni. Le premesse per un flop alla Ingroia ci sono tutte. «Resta forte il dubbio», ha scritto Stefano Cappellini, «che talvolta sia la mancanza di un programma e di una platea televisiva a ispirare l’urgenza di crearsi un pubblico altrove». Probabilmente ha ragione. Di segno opposto un’altra istantanea, stavolta scattata a Bologna, dove è cambiato il direttore della prestigiosa rivista del Mulino, da anni cenacolo di assoluto livello intellettuale nell’area della sinistra e del centrosinistra. Lasciato l’incarico da parte di Mario Ricciardi, intellettuale vicino al “nuovo Pd” schleiniano e severissimo critico di terze vie e renzismi, gli succede lo storico Paolo Pombeni, che ha superato l’altro candidato Piero Ignazi. Pombeni è su posizioni molto più aperte al filone riformista del suo competitor, e dunque questa è una istantanea interessante che in questa fase nella quale vanno forte i radicalismi va un po’ controcorrente. Infine, l’ultimo scatto riguarda Ettore Rosato che, dopo aver costruito una relativa suspence, ha sciolto la riserva sul suo futuro abbandonando Italia viva dopo il fallimento della costruzione del Terzo Polo che egli evidentemente addebita a Matteo Renzi. Ma per il momento Rosato non passa ad Azione, se ne sta in una terza posizione (la sua) in attesa degli eventi. Più passa il tempo più che quest’area si sfrangia, e questa è una istantanea della confusione che regna persino in un’area politica non affollatissima. Mettete insieme i pezzi, il collage che ne viene fuori è abbastanza sconfortante per chi abbia a cuore le sorti dell’opposizione politica italiana…

E’ sempre tempo di Coaching! 

Se hai domande o riflessioni da fare ti invito a lasciare un commento a questo post: riceverai una risposta oppure prendi appuntamento per una  sessione di coaching gratuit

Non vi fermate
Dovete costruire la vostra torre
La torre di Babele
Sempre più grande
Sempre più alta e bella
Siete o non siete i padroni della terra?
Strappate tutti i segreti alla natura
E non ci sarà più niente
Che vi farà paura
E sarete voi a far girare la terra
Con un filo, come una trottola
Dall’alto di una stella
E quella stella sarà il quartier generale
Per conquistare
Quello che c’è ancora da conquistare
E da quella stella
Per tutto l’universo
L’uomo si spazia, per superare se stesso
Non vi fermate
Dovete costruire la vostra torre
La torre di Babele
Costi quel che costi
Anche guerra dopo guerra
Siete o non siete i padroni della terra?
Non vi fermate
Dovete costruire la vostra torre
La torre di Babele si deve fare
E serve a dimostrare
Che l’uomo è superiore a ogni altro animale
Non vi fermate
Dovete costruire la vostra torre
La torre di Babele si deve fare
E serve a dimostrare
Che l’uomo è superiore a ogni altro animale
A ogni altro animale

a

 

0

Aggiungi un commento