Politica: Terremoti in Europa. La crisi della politica europea in un nuovo ordine mondiale…

I risultati elettorali, soprattutto quelli francesi, cambiano radicalmente il quadro dell’Unione. L’alleanza franco-tedesca che da decenni guida la Ue è in crisi.  Si apre una nuova fase densa di incognite.

L’importanza delle elezioni europee era ampiamente nota. Ma era impossibile prevedere un cambiamento così radicale nel mondo europeo. La vittoria del partito di Le Pen in Francia pur attesa, ha un risultato che supera ogni previsione a causa del crollo del partito di Macron, con un misero 14% di voti.  Quindi la vittoria del Rassemblement national era sì attesa, ma non fino a questo punto. È un evento che cambia radicalmente la politica europea. Per molti decenni non sono mancati cambiamenti nell’orientamento della politica francese, ma si è sempre trattato di cambiamenti che non hanno stravolto il quadro politico tradizionale. Ora si presenta in una circostanza diversa, sia perché il partito vincitore non ha una storia di governo, sia perché sconvolge i tradizionali equilibri europei. Il partito di Marine Le Pen non aveva mai superato il 18% dei voti. Nel 2022 aveva ottenuto 93 seggi nell’assemblea nazionale e questo era stato considerato un successo. Ora il partito, guidato dal giovane Jordan Bardella, ha ottenuto una maggioranza con il 33 per cento che supera il totale dei voti ottenuti dalla coalizione pentapartitica di sinistra, una somma eterogenea di partiti con diverse visioni della politica nazionale. È difficile fare previsioni ma il fatto è che la politica tradizionale del centro e del centrosinistra è stata sconfitta. Un cambiamento significativo dopo decenni di politica che vedeva alternarsi al governo coalizioni di centrodestra e di centrosinistra, fondamentalmente ispirate alla stessa politica europea. Siamo testimoni di profondi cambiamenti nella storia europea degli ultimi decenni. Possiamo dare un breve sguardo all’inizio della nuova politica europea con la presidenza di de Gaulle alla fine degli anni Cinquanta, e al decennio successivo, che definiva la Comunità europea come una comunità di Stati, che assumono politiche comuni nei diversi ambiti economici e sociali, ma mantenendo la sovranità statale. Il cambiamento radicale avvenne con la presidenza di Mitterrand, all’inizio degli anni ’80, insieme a Jacques Delors, prima membro del governo francese e poi presidente della Commissione europea. Fu nel corso degli anni Novanta il passo effettivo verso l’Unione Europea quando la sovranità nazionale, per quanto riguarda la politica interna, fu definitivamente liquidata sotto la guida di Mitterrand e Kohl. Negli anni successivi la Germania guidata da Angela Merkel, cancelliera per 16 anni, pur coltivando uno stretto rapporto con la Francia alla guida della politica europea, aveva collaborato anche con la Federazione Russa guidata da Vladimir Putin. Il rafforzamento della cooperazione tra Germania e Russia prevedeva tra l’altro il raddoppio del gasdotto sotto il Mare del Nord per garantire la fornitura di gas alla Germania e ad altri paesi europei. Come sappiamo, dopo le dimissioni della Merkel, la politica tedesca ed europea nei confronti della Russia è cambiata radicalmente. Con il nuovo governo tripartito, composto da partiti in contrasto tra loro, la Germania abbandonò il suo rapporto di collaborazione con la Russia. Putin invase l’Ucraina nel febbraio 2022. La Germania è rimasta senza bussola. Ricordare la vecchia e variegata politica europea è utile per comprendere i cambiamenti in corso nella politica interna e in quella internazionale. La Francia, guidata da Macron, ha prima tentato un dialogo con la Russia, poi ha scelto la linea dello scontro. In sostanza, una Germania senza un leader efficace e una Francia che oscilla tra partiti politici opposti. E l’Unione Europea sotto lo scettro della politica americana. In questo quadro il cambiamento radicale nella politica francese era inaspettato. Il governo francese guidato da Macron non aveva una maggioranza effettiva. Il governo tedesco guidato dal socialdemocratico Olaf Scholz – dopo i rovesci subiti alle elezioni europee – è oggi di fatto un governo di minoranza. La politica europea diretta fondamentalmente dal duo franco-tedesco sembrava aver perduto ogni consistenza. Il conflitto con la Russia ha prodotto un profondo cambiamento nella rete globale del gas con grossi problemi per l’Europa. C’è da aggiungere che il governo americano di Biden è molto meno interessato all’Europa rispetto alla guerra in Medio Oriente e alle sue implicazioni con il resto del mondo. È in questo mondo in profondo cambiamento che la politica europea ha perso il suo ruolo. L’Italia, il terzo paese dell’Unione Europea, è nelle mani di un governo di destra diviso sulla politica estera. Dell’esito delle elezioni francesi si è detto. Tutto ciò è il risultato di una politica europea confusa di cui sono principalmente responsabili Francia e Germania. A ciò si aggiunge l’incoerenza della Commissione europea priva del determinante sostegno di Germania e Francia. Commissione che cerca di imporre politiche recessive a paesi caratterizzati da condizioni economiche e sociali diverse. Il profondo cambiamento nell’assetto francese è il segno di una sostanziale crisi della politica europea dopo decenni di apparente stabilità. Indipendentemente dalla valutazione degli ultimi eventi è indiscutibile che le elezioni in Francia saranno all’origine di profondi cambiamenti non solo in Francia ma nella politica europea. Predire il futuro è sempre un compito difficile. Ma è un dato di fatto che siamo di fronte a cambiamenti profondi e inaspettati. Cambiamenti che possono aprire una nuova fase nella incerta politica europea. Pertanto, i cambiamenti verificatisi nelle esperienze europee vanno inaspettatamente ad inserirsi in un quadro internazionale in movimento. Il futuro non può essere previsto. Ma è certo che il quadro è cambiato sotto molti aspetti. Vedremo quali conseguenze avranno…

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