Politica: Meloni scoprirà presto che è più facile ‘rintuzzare’ e persino sconfiggere definitivamente il Pd che non la ‘modernità’…

È possibile che nonostante gli sforzi di Elly Schlein, il Pd resti al palo non andando oltre un 20/21% di consensi nella prossima prova elettorale (europee), restando così sconfitto definitivamente dal poter essere il partito motore di una ricostruzione di un reale schieramento alternativo all’attuale governo di destra. Tuttavia con ciò non è affatto detto che il cammino della Premier debba rivelarsi quella marcia trionfale nel Paese, in Europa e nel Mondo, che sostenitori, fiancheggiatori e indistinti fans si affannano a pronosticarle… Per quanto la segretaria del Pd stia facendo obiettivamente del suo meglio per rinnovare il Pd, l’opposizione interna (ancora totalmente renziana) frenerà a tal punto fino a che con tutta probabilità sulla base del risultato elettorale delle prossime europee, ‘strapperà’ con l’ennesima scissione… determinando la sconfitta definitiva del Pd. Tuttavia, non è detto che il cammino di Giorgia Meloni debba rivelarsi quella marcia trionfale che in molti si affannano a pronosticarle. In teoria, alle elezioni europee del 2024, l’eterogeneità e la divisione del Pd e delle altre opposizioni potrebbe come già detto persino avvantaggiarla: di certo, una competizione in cui si vota con il proporzionale e senza che sia in gioco alcuna concreta opzione di governo (e dunque di coalizione), costituisce per gli avversari dell’esecutivo il terreno più favorevole, consentendo di raccogliere tutte le possibili espressioni dello scontento che qualunque governo inevitabilmente suscita, senza l’onere di doverle ricondurre a una proposta unitaria. Ma la lunga predicazione contro i «professionisti della politica», culminata nell’ideologia delle primarie aperte e nel trionfo di Elly Schlein ai gazebo, contro il voto della maggioranza degli stessi iscritti, tra i quali lei peraltro non figurava fino a un minuto prima di candidarsi, presenta oggi il suo salatissimo conto: il dilettantismo dell’antipolitica. Dalle interviste strumentalizzate sull’armocromia, con servizio posato su Vogue, al «saluto» portato alla manifestazione di Giuseppe Conte, mentre lui ostentatamente continua a salutare i suoi fan, comprese le nuove leve della direzione democratica intente a baciargli la mano (per tacere delle cose più serie, e tragiche, come le numerose fake sul possibile sganciamento dal sostegno all’Ucraina), il quadro non potrebbe essere più desolante. Difficile immaginare che con questo neo gruppo dirigente la Sinistra vincerà, tanto meno alle prossime europee e con l’aria che tira nel ‘vecchio continente’, che lo spinge politicamente a destra. Figurarsi poi se le preoccupazioni per Meloni possono venire dal fu Terzo polo, dove Matteo Renzi e Carlo Calenda appaiono ormai come quelle coppie sorprese dal lockdown nel pieno delle procedure di separazione. Quanto a Conte e ai Cinquestelle, è evidente a tutti, (forse tranne al Pd della Schlein), che qualunque loro eventuale risalita nei consensi, nella peggiore delle ipotesi, ne farebbe salire in proporzione le richieste ai tavoli delle nomine e degli accordi di potere col centrodestra, come è sempre accaduto fin qui (anche in tempi recentissimi). Dell’alleanza Verdi-Sinistra, che Enrico Letta ha il “demerito storico” di avere riportato in Parlamento, non credo poi ci sia bisogno neanche di parlare, essendo ovviamente i migliori avversari che Meloni possa augurarsi. La verità, per quanto spiacevole possa essere per alcuni (compreso il sottoscritto), è che chiunque si auguri la sconfitta del centrodestra può sperare solo nel Partito democratico. E dunque, oggi come oggi, e per le cose sottolineate, ha poco da stare allegro. Ma nonostante tutto – e nonostante nel Pd residui un’opposizione renziana che di fatto disconosce la vittoria congressuale della Schlein,  non è comunque detto che si debba disperare del tutto. Per una ragione molto semplice: che è forse più facile sconfiggere definitivamente il Pd che non la …modernità. Giusto in questi giorni, infatti, le Monde accoglieva l’arrivo di Meloni a Parigi per un incontro con Emmanuel Macron con un’ampia rassegna dei tentativi di occupazione e normalizzazione delle istituzioni culturali, della stampa e del servizio pubblico radiotelevisivo, in nome della nuova «egemonia» e del nuovo «immaginario» conservatore, mentre a Padova una solerte magistrata, in ossequio alla circolare Piantedosi, non esita a impugnare tutti e trentatré gli atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali registrati dal sindaco, dal 2017 a oggi (bambini che quindi oggi hanno sei anni, e da un giorno all’altro si troveranno con uno dei due genitori trasformato per decreto, dal punto di vista legale, in un perfetto estraneo). Naturalmente so bene, come ci ricordano ogni giorno pubblici ministeri e giornalisti, che in Italia esiste l’obbligatorietà dell’azione penale, motivo per cui i Pm non possono essere criticati, mai, qualunque cosa facciano. E io infatti mi guardo bene dal criticare, anzi, sto pensando seriamente di trasferirmi a Padova, perché mi pare evidente che se la procura, con tutta l’obbligatorietà dell’azione penale, ha tempo di mettersi a spulciare gli atti di nascita del 2017, la città dev’essere una specie di paradiso in terra, una sorta di isola tropicale nel mezzo del Veneto, un posto da sogno in cui nessuno ruba mai nemmeno una mela e le forze dell’ordine non sanno proprio come occupare il tempo. Fresca di giornata: “Giorgetti promuove il MES, bufera in maggioranza”. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti “sfida” la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e invita alla ratifica del Mes, negando effetti negativi e anzi ipotizzando un miglioramento del rating dell’Italia. La ratifica del Mes non produrrebbe «nuovi o maggiori oneri», non si intravede «un peggioramento del rischio» e anzi potrebbe portare a un miglioramento del rating dell’Italia. Il parere del capo di gabinetto del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti «è tecnico», dicono a più voci dal governo. Sono però decisamente politici gli effetti della lettera messa agli atti in mattinata in commissione Esteri della Camera. Le considerazioni mettono alla prova il muro sin qui opposto da Giorgia Meloni e dal suo Vice Matteo Salvini (capo della Lega e dello stesso Giorgetti) alla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità, e generano tensione nel centrodestra. Infine: Meloni per ora difende Santanchè ma la fiducia è a tempo. La premier sente la ministra e studia un piano B: in caso di nuove rivelazioni la richiesta di dimissioni non sarebbe un tabù. Prima di proporla come ministro, Giorgia Meloni aveva chiesto informalmente alcune informazioni ai soggetti istituzionali sulla galassia delle società di Daniela Santanché, dopo che si era saputo che i revisori avevano bocciato il bilancio della società Visibilia. Voleva essere certa di poter sostenere anche nei mesi successivi l’ingresso al governo dell’attuale responsabile del Turismo, in rapporti strettissimi con il presidente del Senato Ignazio La Russa. Adesso che Report ha scatenato una bufera sulla ministra, la posizione della presidente del Consiglio non cambia: difesa, fino a prova contraria. Ma accompagnata da un senso di angoscia e profonda preoccupazione, che stenta a restare negli argini di Palazzo Chigi. Concludendo: io però credo soprattutto che gli italiani siano migliori di come li immagina la destra, specie quando pensa di accattivarseli solleticando i loro sentimenti più meschini verso ogni genere di minoranza e ogni forma di diversità, ma anche di come li vede una sinistra che a volte sembra condividere quella stessa analisi, aggiungendoci un di più di superiore disprezzo, o quanto meno di riprovazione. Io penso invece che lo spettacolo delle piccole e grandi angherie procurate gratuitamente a genitori e bambini innocenti. Così come le resistenze e i ricatti sul Mes fatti alla UE, alla fine finiranno obtorto collo con una ratifica parlamentare è impensabile che l’Italia possa essere l’unica  a non farlo. Con la cattiva reputazione di qualche Ministro ormai “impresentabili” alla Opinione pubblica. Magari non subito, ma nel medio periodo tutto ciò susciterà reazioni impreviste. Sicuramente non previste dal governo Meloni, come le ha suscitate a suo tempo la tragedia di Cutro. E non penso che la nuova «egemonia» e il nuovo «immaginario» propugnato da chi vorrebbe raccontarci l’Italia di oggi come quella di Don Camillo e Peppone, alla fin fine, riuscirà a fare breccia sul grande pubblico. Mai scordarsi che gli elettori della Meloni, Salvini e ciò che resta di F.I. sono poco più 12milioni, su 50milioni e poco più degli aventi diritto al voto… sta a dire, che ben 38milioni di italiani non votano per questo governo di destra, ma per altri partiti e che ormai degli aventi diritto al voto i non più votanti sono ben 19milioni. Vota praticamente  la metà del Paese e la Sinistra non ne fa il centro della sua azione, si perde in balletti su alleanze, simboli, flebili vagiti. Non coglie che, pur avendo vinto nettamente, la destra non è maggioranza nel Paese. Si può rinascere, ma solo seguendo Gramsci: “Quando tutto è perduto bisogna rimettersi all’opera, ricominciando da capo”. Anche Schlein alla fine, è espressione di quella cultura di sinistra che in America si rispecchia nei liberal. Non esce dal recinto. C’è la guerra, il dramma delle disuguaglianze, l’emergenza ecologica. E nella così detta  Sinistra, lo scontro non è certo come il secolo scorso, tra Massimalisti e Riformisti, ci sono solo Liberal e Riformisti, la Sinistra socialista in realtà non c’è già più da tempo. Quindi? Nonostante tutto, gli italiani continueranno a trarre informazioni e a introiettare mode e tendenze dagli smartphone e da internet, a dire «bar» anziché «caffè» e «cocktail» anziché «coda di gallo», e molto presto, molto prima di quanto forse immaginiamo, diranno anche a questi nuovi, noiosissimi quanto preoccupanti e improvvisati tutori della Nazione, di levarsi di mezzo e di lasciarli continuare faticosamente a campare come hanno sempre fatto negli ultimi 30anni…

E’ sempre tempo di Coaching! 

Se hai domande o riflessioni da fare ti invito a lasciare un commento a questo post: riceverai una risposta oppure prendi appuntamento per una  sessione di coaching gratuita

0

Aggiungi un commento